lunedì

il gesto del pinguino

come volare?
come insegnare agli altri a volare?
quante idee geniali sono morte solo perché non hanno trovato terreno fertile ove attecchire, crescere, svilupparsi, diffondersi?
l'idea è niente: parole al vento, lampi fugaci di scariche elettriche che cavalcano sinapsi in frazioni di tempo infinitesime, destinati ad esaurirsi nel rumore bianco
necessaria è l'azione
i pinguini ragliano la monotona nenia di ovvietà quotidiane; inizialmente gli occhi di piombo, velati da troppo tempo dall'assenza di meraviglia, nemmeno percepiscono quel puntino nero che lento ma deciso si allontana dal gruppo, e si arrampica ciondolando sulla grande e cupa montagna di ghiaccio
riecheggia una nota estranea, spezzando la grigia cantilena; un becco d'un arancio fulgido si volta a indicare quel singolo moscerino appena intuibile nella distesa di bianco e d'azzurro, subito seguito dagli altri suoi simili
attesa, e silenzio. il silenzio stupido e falso delle cicale d'estate
il pinguino scruta sotto di sé, dall'alto della montagna di ghiaccio, e vede il mare e sente lo sguardo vitreo dei suoi compagni fisso su di lui. le sue ali fremono, risvegliate dopo quel millenario atavico torpore da questo gesto inconcepibile
allunga il piede palmato oltre il bordo dello strapiombo, lo vede risaltare contro il blu profondo del mare: le sue ali cavalcheranno il vento gelido, sfideranno la forza di gravità, lo faranno librare sopra le distese ghiacciate, risveglieranno le coscienze sopite dei suoi fratelli
il pinguino sorride, e si lascia trascinare nel vuoto