domenica

l'acrostico del pinguino

la folla, immobile ma improvvisamente risvegliata, osserva con ottuso stupore il pinguino che, spalancate le ali, pare cavalcare il vento
alcuni mormorano: “pazzo”; altri si interrogano sul significato di quel gesto, si chiedono se ce la farà, se riuscirà a volare o se, invece, sia destinato al fallimento; altri ancora contemplano la scena con lo stesso disinteresse con cui prima fissavano pigramente il vuoto
ce l’ho fatta, pensa il pinguino, sto volando, esulta il pinguino; chissà dove mi porterà questo vento, si chiede il pinguino, chissà quali terre inesplorate mi attendono al di là della scogliera ghiacciata, al di là dell’immenso mare azzurro
al di là dei confini del nostro mondo
da dove arrivano i pesci? dove tramonta il sole? potrò finalmente rispondere a queste domande, pensa il pinguino, e ci crede
un’avventura nell’ignoto, ecco cosa lo attende
tuttavia il pinguino non può fare a meno di notare che qualcosa non sta andando come dovrebbe: il vento lo sta trascinando verso l’orizzonte, impossibile negarlo, ma le sue ali, seppur scosse con vigore, non lo sostengono come sperava; il pinguino perde quota, lentamente ma inesorabilmente
accade: il pinguino cade
determinazione, allenamento e fiducia nella propria intuizione non sono bastate al pinguino
ed eccolo riemergere dal mare, zuppo d’acqua ghiacciata e piegato da delusione ancor più gelida, straziato dalla prova del suo errore ancor più che dal dolore fisico
la folla, immobile, osserva con ottuso stupore il pinguino che, a capo chino e con le ali nuovamente adagiate ai lati del corpo, si allontana barcollando verso il suo igloo
povero sciocco”, è il commento di molti, “non sa che le nostre ali non sono fatte per volare, ma per nuotare?”
il pinguino, che ha già raggiunto la sua abitazione, si volta per un attimo e vede i suoi simili, i suoi compagni, immobili nella neve; li guarda, loro lo guardano: difficile pensare che siano della stessa specie, il malconcio pinguino in piedi sull’uscio e i pinguini impettiti al centro della piana ghiacciata
non bisogna tentare di oltrepassare i limiti posti dalla natura: ecco cosa succede a chi ci prova!”, strilla qualcuno
gliel’avevano detto, in fondo; l’avevano avvisato: cosa si aspettava? aveva davvero sperato di rendere possibile l’impossibile?
un terribile senso di sconforto grava ora sul pinguino che, mestamente, si chiude alle spalle la porta dell’igloo, mettendosi al riparo da risate e insulti
i pinguini immobili lentamente dimenticano il bizzarro evento e tornano a fissare il gelido nulla che li circonda
neve, ghiaccio, pesci e onde spumose: questo è il loro mondo - ed è abbastanza per tutti loro
o forse no?

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti anonimi sono accettati, ma non graditi.